sabato 26 aprile 2008

Michael Clayton

Michael Clayton (George Clooney) è l’avvocato – col vizio del poker – che “aggiusta la verità” al servizio da 15 anni in un grande studio legale newyorchese, il cui capo è Marty Bach (Sidney Pollack, qui attore e non regista). Un giorno, un principe del foro (Tom Wilkinson) dello stesso studio legale di Clayton, dà di testa in un maxiprocesso contro una multinazionale che produce diserbanti e che doveva difendere. Clayton, indagando silenziosamente, si renderà conto di cosa ha condotto il suo caro collega alla follia…
L’opera prima di Tony Gilroy, già sceneggiatore della trilogia di Bourne e di L’avvocato del diavolo, potrebbe apparire come uno dei tanti “fratelli di celluloide” di Insider o di Erin Brockovich: in realtà siamo di fronte ad un legal thriller notturno, raffreddato ed introspettivo, con un ottimo Clooney (che qui zittisce tutti i suoi detrattori) ed un grande Wilkinson, ma non scherza nemmeno una Tilda Swinton – da Oscar – come laido legale della multinazionale. Memorabile il piano sequenza finale. Musiche di James Newton Howard.

CRITICA: «««

VISIONE CONSIGLIATA: I

sabato 12 aprile 2008

Funeral Party

In una villetta nella campagna londinese si riunisce una folta famiglia per un lutto. Tutto comincia nel peggiore dei modi, a partire dall’apertura della bara al cospetto di Daniel (Matthew MacFadyen, il Darcy di Orgoglio e pregiudizio), uno dei figli del defunto. A complicare la situazione provvederanno in particolar modo una confezione taroccata di Valium e l’apparizione di un silenzioso nano (un memorabile Peter Dinklage, già visto in Prova a incastrarmi), a suo dire "amico" del morto. Frank Oz (In & Out; The Score), dopo aver "rinnegato" La donna perfetta – opera più dei produttori che sua – torna alla regia ed organizza non una vera e propria commedia bensì una farsa che unisce british humour macabro ad un fuoco di fila di gag scurrili e dissacranti. Se i titoli di testa fanno sorridere, subito dopo già si ride sul serio: molto del merito è dovuto alla ridicola galleria di “casi umani” interpretata da un ottimo cast di attori, alcuni dei quali famosissimi in UK ma non da noi.

CRITICA ««½

VISIONE CONSIGLIATA: I


domenica 6 aprile 2008

Tadpole - Un giovane seduttore a New York

Per festeggiare il Giorno del Ringraziamento col simpatico padre (interpretato dal compianto John Ritter, qui al suo penultimo film), il quindicenne Oscar (Aaron Stanford) torna a New York dall’Europa, ove vive – sua madre è francese – e studia. E ha un piano: confessare alla matrigna, la sofisticata cardiologa Eve (Sigourney Weaver), di essere seriamente innamorato di lei. Equivoci, complicazioni e riflessioni in arrivo.
Una commedia tematicamente insolita, diretta e coprodotta da Gary Winick (La tela di Carlotta), lunga poco più di un’ora e vagamente alleniana, sia per l’ambientazione che per i dialoghi (infarciti di citazioni di Voltaire). Irriverente e divertente. Girata interamente in digitale.
Tadpole (“girino”) è il soprannome del protagonista, che sul set di anni ne aveva in realtà ventitré.

CRITICA: ***

VISIONE CONSIGLIATA: I