venerdì 23 maggio 2008

Rabid - Sete di sangue

Una ragazza e il suo fidanzato rimangono vittime di un incidente stradale: il ragazzo si ferisce in maniera non grave, invece Rosie (Marilyn Chambers), presenta numerose ustioni. Questa viene subito condotta presso la vicina clinica del Dr. Keloid, il quale coglie l’occasione al volo per poter sperimentare una rivoluzionaria tecnica di trapianto di pelle, da lui messa a punto. L’operazione va a buon fine: ad un mese dall’intervento Rosie appare in perfetta forma fisica. In realtà il trapianto di pelle ha infettato il suo sangue con un virus ignoto che le ha provocato la nascita di un pungiglione retrattile al di sotto della sua ascella sinistra. Grazie ad esso Rosie succhierà il sangue di coloro che le capiteranno davanti, infettando l’intera Montreal. L’epidemia si estenderà a tutti i continenti.
La seconda opera di D. Cronenberg regolarmente distribuita a livello internazionale si configura come un film fantascientifico a basse dosi di horror, capace di accogliere in sé miti cinematografici giovani e consolidati, dagli zombi ai vampiri, fino al mito del “Prometeo moderno”. Il tutto narrato quasi meccanicamente secondo una struttura da b-movie, influenzata però da un imperfetto taglio melodrammatico che nei film successivi troverà miglior composizione. La Scienza del film, all’epoca rivoluzionaria, è quanto mai attuale. La Chambers, ex attrice hard canadese, fu imposta dal produttore Ivan Reitman al regista per fini puramente commerciali.

CRITICA: **1/2

VISIONE CONSIGLIATA: A

lunedì 19 maggio 2008

Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi

Wayne Szalinski (Rick Moranis, il Louis di Ghostbusters) è il classico scienziato pazzo, però buono e padre di famiglia. La sua invenzione – che sembra proprio non voler funzionare – è un cannone laser miniaturizzatore. Questo finirà con l’essere azionato involontariamente dal dispettoso figlio dei vicini di casa, il quale sarà ridotto a grandezza di una formica insieme a suo fratello maggiore e ai figli dello scienziato.
L’esordio alla regia di Joe Johnston – già curatore degli effetti visivi di Guerre Stellari – è una commedia familiare (e familista) targata Disney, sceneggiata senza sprechi di creatività a partire da un soggetto di Bryan Yuzna (Society): quasi una versione for kids dell’Anabasi di Senofonte, con i quattro ragazzini costretti a tornare a casa passando per il relativo giardinetto, vero covo d’insidie.
Un BAFTA 1989 per gli effetti visivi del mitico Phil Tippett; e 2 seguiti (Tesoro, mi si è allargato il ragazzino e Tesoro, ci siamo ristretti anche noi).

CRITICA: ««½

VISIONE CONSIGLIATA: T