giovedì 20 novembre 2014

Incassi "fantascientifici" ai botteghini: garantiti dalla crisi

Altre vite sono possibili. Per ora solo sul grande schermo. In un mondo globalmente afflitto dalla crisi economica, non stupisce che i film di fantascienza siano in cima alle classiche. Altrimenti perché spendere soldi e tempo per un prodotto che per un paio d’ore buone ci catapulterebbe su altri pianeti, in altre dimensioni, magari non migliori della nostra? Anche l’attenzione rivolta alla (vera) Missione Rosetta la dice lunga. Certo, non va nemmeno dimenticato che tra i primi film della storia del cinema c’è Viaggio nella luna di Mélies, datato 1902.


L’ultimo titolo del genere – geneticamente connaturato al medium cinema – è Interstellar, subito balzato in cima alle classifiche. L’ultima fatica di Cristopher Nolan – che vanta la consulenza del fisico Kip Thorne – è un kolossal di grande suggestione, seppur inficiato più dai buchi neri della sceneggiatura che della trama. Un film che – peraltro – soggetto alla mano, non si direbbe pensato per soddisfare i gusti del grande pubblico. Eppure è riuscito a conquistarlo, suscitando perfino accesi dibattiti nella rete. Tanto che un altro fisico, il celebre Neil DeGrasse Tyson, s’è dovuto scomodare per dare la propria lettura del finale.


Una sorte che, seppur in tono minore, è toccata a un altro successo di qualche mese addietro, Edge Of Tomorrow di Doug Liman. Tratta dalla light novel giapponese All You Need Is Kill, ha emozionato il pubblico grazie alle ottime interpretazioni di Tom Cruise ed Emily Blunt, soldati dell’esercito della Terra in lotta contro i Mimic, tentacolari invasori alieni che hanno la capacità di controllare lo scorrere del tempo, così da conoscere in anticipo le mosse degli avversari.


Maggior impatto visivo hanno avuto i giganteschi mostri del nuovo Godzilla di Gareth Edwards e del Pacific Rim firmato Guillermo del Toro, in cui i kaiju nipponici sono riemersi dal mare per calpestare sotto le proprie enormi zampe le nostre metropoli, ritrovando i fasti che furono. Intanto, i dinosauri di Jurassic World scalpitano dietro le porte del parco che “aprirà” nel 2015.


Lo scenario sembrerebbe già ricco così, se non saturo. Ma questa è solo una parte del quadro. Basta pensare a tutte le pellicole derivate dai fumetti di successo, i cosiddetti cinecomics. La Marvel, per non deludere le aspettative di fan e spettatori ‘vergini’, ha avuto la buona idea di fondare una propria casa di produzione, i Marvel Studios, che sfornano più film all’anno, in varie fasi. La cosiddetta “fase 3” è già stata appena presentata. Il loro ultimo successo è Guardiani della galassia, in cui un’Armata Brancaleone dello spazio è alle prese con una missione apparentemente proibitiva.


Tra i personaggi che hanno conquistato il pubblico, un albero e un procione antropomorfi. Qualche anno fa, con gli actioner e i cinepanettoni a farla da padroni, nessuno se lo sarebbe aspettato. Ma oggi sembra che in Occidente si abbia voglia di sognare come in India, ove i filmoni bollywoodiani fungono da panacea contro le brutture della quotidianità. Non è un caso se lì il Pil abbia segno positivo e numero a doppia cifra. Un tempo era così da noi. Ora tocca a loro.

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