giovedì 14 maggio 2015

Need For Speed


Era il 1994 quando la canadese Electronic Arts pubblicò The Need For Speed, primo capitolo della tanto celebre quanto longeva serie di videogiochi di corse automobilistiche. Nato dalla collaborazione col magazine Road & Track (una sorta di Quattroruote americano) e caratterizzato da immagini e suoni di grande realismo, consentiva ai giocatori di guidare auto da sogno in suggestive località rurali o urbane. Dopo vent'anni e venti episodi, è giunto nelle sale l'adattamento cinematografico, coprodotto dalla Dreamworks. Un'operazione meno semplice del previsto, perché a complicarne la genesi aveva provveduto la saga cinematografica di Fast & Furious, nata nel 2000. Questa, pur mai ispirandosi al videogioco, aveva finito per influenzarlo e quasi snaturarlo, come dimostrano i vari Need for Speed: UndergroundNeed for Speed: Undercover e simili, basati su corse clandestine notturne ambientate in grigi scenari metropolitani. Aberrazioni fortunatamente evitate dai capitoli successivi, che hanno recuperato lo spirito delle origini. Proprio come Need for Speed: The Run del 2011, al quale si rifà in parte la sceneggiatura di George Gatins (candidato all'Oscar per Flight di Robert Zemeckis). L'esile trama del gioco prevedeva che il protagonista vincesse una folle corsa a tappe da Los Angeles a New York, braccato da polizia e mafia - oltre che da avversari scorretti. Nel film il meccanico/pilota Tobey Marshall (Aaron Paul, ai più noto per la serie Breaking Bed) gestisce l'officina di famiglia insieme ai suoi amici. Dopo la morte del padre gli affari vanno male e l'occasione presentatagli dall'odioso Dino Brewster (Dominic Cooper) - un tempo compagno di classe e ora pilota professionista - potrebbe rimpolpargli il conto in banca: ricostruire una Ford Mustang che il leggendario Carroll Shelby lasciò incompleta. A sovrintendere il tutto, l'ex pilota/demiurgo Monarch (un istrionico Michael Keaton). Da qui avrà avvio una serie di pericolose peripezie ad alta velocità.
Alla regia c'è lo stunt coordinator di lungo corso Scott Waugh, che ha garantito qualità alle riprese delle corse, quasi del tutto prive di effetti digitali. Un'ottima scelta, poiché le immagini instabili restituiscono tutte le asperità dell'asfalto (cosa che era mancata in Rush di Ron Howard: l'unica pecca del film). A zoppicare, com'era prevedibile, è lo script, pieno di buchi e di incongruenze. Gatins (il cui fratello John fa una comparsata) non è riuscito a salvare il film dall'usurato impianto de Il fuggitivo con Harrison Ford, con alcuni riferimenti al videogioco (la taglia sul protagonista, le ambientazioni, le auto extralusso), al cinema di genere (Steve McQueen sullo schermo del drive in) o persino autoreferenziali (i dvd di Act Of Valor e di Real Steel). Il pubblico di riferimento si divertirà nel veder sfrecciare la Bugatti Veyron V6 in riva all'oceano, ma potrebbe non gradire il tono del film quando vira verso il demenziale, il che avviene spesso quando è sono in scena gli amici del protagonista. Una nota di merito va all'inglesina Imogen Poots (28 settimane dopo), che si dimostra a suo agio in un ruolo brillante.
In conclusione: con Need For Speed si respirerà pure l'odore della strada, ma l'ingombro di una sceneggiatura annacquata potrebbe far venir voglia di mettersi al volante virtuale.

CRITICA: **

VISIONE CONSIGLIATA: I

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