domenica 27 gennaio 2008

A Beautiful Mind

Biografia – alla maniera hollywoodiana – di John Forbes Nash, matematico americano vincitore del Nobel per l’Economia, che copre gli anni dal 1947 fino al 1994, tratta dal libro Il genio dei numeri di Sylvia Nasar. È meglio non dire altro sulla trama: la sceneggiatura – vincitrice dell’Oscar – di Akiva Goldsman è altamente coinvolgente e ricca di colpi di scena. L’abile Ron Howard (Fuoco assassino; Apollo 13) dirige un Russell Crowe straordinario, capace di emozionare in un ruolo apparentemente così inadatto (avendo una fisicità opposta a quella del vero Nash), specialmente se si tiene conto che aveva da poco recitato ne Il gladiatore. Bravi anche Jennifer Connelly (Oscar come Miglior attrice non protagonista), nei panni della paziente moglie Alicia; Paul Bettany, compagno di stanza all’università di Princeton; e Ed Harris, l’agente segreto. Uso 'silenzioso' degli effetti visivi digitali a cura della Digital Domain. Fotografia dell’inglese Roger Deakins e ottime musiche di James Horner, con la memorabile ouverture che accompagna i titoli di testa. 4 Oscar 2002, tra cui miglior film e miglior regia. Crowe, scandalosamente, non lo vinse.

CRITICA: ***

VISIONE CONSIGLIATA: I

14 commenti:

  1. Emozionante. Un film da vedere col classic pacchetto di fazzoletti. Ed vero: molti colpi di scena, meglio vederlo senza troppe anticipazioni sulla trama.

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  2. Già, non sopporto le recensioni che svelano tutto l'intreccio!



    Infatti, nessuna mia recensione ha questa "brutta" caratteristica ;)



    Non voglio privare lo spettatore del piacere della prima visione: meglio lasciarsi guidare dalla storia e dalle emozioni "in tempo reale".



    A BEAUTIFUL MIND, chiaramente, lo consiglio a chi ama farsi emozionare così...



    E soprattutto, tale film va visto tutto d'un fiato, senza interruzioni e distrazioni.



    Grazie Lilith, bye!

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  3. Uffa io non l'ho visto, ma provvederò

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  4. NOVADIANA, non perderlo!



    Potresti innamorarti di un film così...



    Bye! :)

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  5. X Allerim: Felice di vedere che c'è più di una persona che apprezza questo film :)



    Bye!

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  6. E' uno di quei film che non si dimenticano mai. L'ho visto qualche anno fa ma ricordo come fosse ieri quel tragico contrasto tra genio e follia, quell'amore tormentato ma non annientato dalla pazzia, e poi quei fantasmi che gli si paravano davanti, per sempre giovani, per sempre immutabili, con i quali alla fine imparò a convivere.

    Film splendido!

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  7. Non si può dimenticarlo... fa decisamente effetto: è il suo pregio!



    Bye!

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  8. Non vorrei spoetizzare gli amanti del genere (Il film sarebbe effetivamente molto bello, se solo non inducesse la gente a credere che il Nash del film è quello della realtà, che invece era ben diverso - un tantino stronzo? trattò la moglie a calci in culo inducendola a chiedere il divorzio; ebbe un figlio illegittimo del quale non volle sapere mai niente, tanto meno riconoscerlo forse perché, se non ricordo male, ereditò i suoi problemi di schizofrenia, etc).

    Apprezzo quindi l'aver specificato che si tratta di una biografia "al modo di Hollywood", che non si fa grossi scrupoli di fronte alla realtà del e cose, quando guarda al botteghino, e francamente rendere Nash simpatico non credo sia stata impresa da poco per la sceneggiatura...perché il genio matematico, che certamnete soffrì molto ed ebbe una vita travagliata, non è però certo quello strappalacrime descrittoci astutamemte da Howard.

    Credo che ci si possa liberamente ispirare a un personaggio reale per dire quel che ci pare - vedi ad esempio l'Amadeus di Forman - ma bisognerebbe chiarire senza ambiguità, soprattutto per il pubblico meno scafato, quel che si sta facendo, per una semplice questione di quella famosa onesta intellettuale, tanto citaat ma poco praticata, ahimé.

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  9. Sì, concordo perfettamente sul fatto che vi siano macroscopiche omissioni sulla vita di Nash, che peraltro non aveva (nè ora nè da giovane) nemmeno il fisico di Crowe...



    Diciamo che il film va visto in di per sè, come macchina narrativa coi suoi pregi e difetti.



    Chiaramente le mie tre stelline vanno al film e non a Nash (che indubbiamente ha i suoi meriti nell'ambito puramente professionale) ;)



    Ciao, e grazie mille per essere passata!



    A presto!

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  10. Sì, è chiaro che un film va sempre visto per se stesso, o perlomeno così dovrebbe essere, ma purtroppo vedo che c'è sempre più chi pensa che il cinema sia attendibile anche come fonte, per questo mi permettevo la specificazione. Per esempio, facendo alcune critiche di carattere storico su come viene trattata la vicenda della Baia dei Porci in The Good Shepherd, mi sono sentita rispondere che il film spiega benissimo come avvennero i fatti, e quindi se io ci vedevo omissioni e inesattezze, (come in effetti agli occhi di uno storico di quel periodo palesemente ci sono) era perché non ero stata abbastanza attenta nella visione. Posso capire i motivi che spingono uno sceneggiatore a cercare di rendere lo script più semplice e avvincente, al limite barando un po’, ma poi la gente dovrebbe anche rendersi conto che si tratta di questo: non pensare di aver capito l’inizio della Guerra Fredda perché ha visto il film di De Niro, altrimenti c’è da preoccuparsi eccome.

    Per questo citavo come esempio Forman, che dichiaratamente si rifà a un testo teatrale su Mozart, e che in realtà lo usa per parlare della libertà d’espressione di un artista (per di più europeo) a Hollywood.

    La creatività, e quindi anche il cinema, è una gran cosa, e credo permetta di dire cose che altrimenti non ci sarebbero concesse, ma quando vedo sempre più spesso la superficialità di lettura con la quale si confondono finzione e realtà, un po’ mi preoccupo.

    Ciao.

    f.

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  11. Diciamo che "mischiare le carte" per ottenere spettacolo è una pratica vecchia quanto il mondo (il teatro greco e latino la sanno lunga)...



    Se mai il vero problema riguarda il pubblico: l'importante è che esso sappia cosa l'aspetta in sala.



    Comunque, credo che un film, per quanto possa manipolare la Storia, sia buono nel momento in cui si dimostra sia spettacolare che capace di solleticare nello spettatore la voglia di prendere in mano un libro di Storia (e non solo).



    In poche parole, se un film non è valido nè come spettacolo nè come "punto di partenza" per uno studio personale, allora ha fallito!



    Chiaramente IL GLADIATORE e 300 non sono sostituti proponibili di un testo di Storia, ma magari possono invogliare un ragazzino a guardare la Storia con occhi diversi, e a farsela piacere...



    L'importante è sempre sapere che cosa si ha sotto gli occhi!



    Ciao!

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  12. Giustamente Ron Howard aveva pregato i giornalisti di tutto il mondo di non rivelare pienamente l'intreccio del suo film: ha dato ad esso una struttura da thriller (con tanto di colpo di scena a metà del racconto) che costituisce uno dei suoi punti di forza. L'altro è la straordinaria interpretazione di Russell Crowe, lontano mille miglia dal "Gladiatore". Stupefacente la capacità degli attori anglosassoni di trasformarsi, di calarsi interamente nei personaggi annullandosi in essi: un talento camaleontico che permette all'attore australiano di esprimere ogni sfumatura di una personalità tanto complessa, continuamente in bilico tra gli abissi della follia e la ferrea volontà di resistere. Veramente eccezionale.

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  13. Concordo su tutto! :)



    A presto!

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