Matt (un convincente Elijah
Wood), studente americano di giornalismo, viene cacciato da Harvard per colpa
di sordidi colleghi, e si trasferisce in Inghilterra presso sua sorella
maggiore. Qui conosce il fratello minore (Charlie Hunnam) del cognato, un capo
hooligan di una piccola squadra di calcio locale, e viene iniziato ai ‘riti’ di
una vita da tifoso tanto leale quanto violento. Più di un colpo di scena
nell’ultimo terzo del film.
Diretto da Lexi Alexander, ex
campionessa di kickboxing, questa pellicola grigia e dura mette in scena senza
mezzi termini (ottimi fotografia e montaggio) le brutalità gratuite compiute
dai tifosi inglesi (solo inglesi?) pur di difendere il loro ‘onore’ e la loro ‘fede’
calcistica. Ma alla fine ciò che emerge è una dimensione di pura violenza, che
con facilità si scollega da quella sportiva. La regista è stata accusata di
eroicizzare gli hooligans: ma la drammaturgia del film, dal climax ascendente
(iniziazione, scontri, tragedia) fornisce una secca smentita. Un film terribilmente
attuale, un autentico cazzotto nello stomaco. Quello che alla fine lo
spettatore si chiede è: “ma lo sport cosa c’entra con tutto ciò?”.
CRITICA: «««
VISIONE CONSIGLIATA: I
si questo l'ho visto.
RispondiEliminaanche se non mi piace Elijah Wood, il film è valido e toccante... sicuramente uno spaccato di vita degli hooligans fuori dagli stadi
Niente, lo sport non c'entra proprio niente con la violenza. Spontanea o organizzata, secondo me, la violenza è già dentro quelli che la esercitano, e aspetta solo un pretesto per esplodere.
RispondiEliminaL'analisi che viene fatta sul movimento delle FIRM inglesi è tutto sommato ben gestita, ma purtroppo c'è un buonismo di fondo che non me l'ha fatto apprezzare fino in fondo pur trovandolo un film decisamente guardabile!
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